mercoledì 10 settembre 2014

"Il gioco delle Ombre"

Come promesso eccomi di nuovo a presentarvi un libro davvero fantastico del grandissimo autore di libri creativi per l'infanzia Hervè Tullet: "Il gioco delle Ombre".
Ho fatto davvero fatica a trovare questo libro perché su Amazon.it è esaurito. Per questo colgo l'occasione per ringraziare i miei amici Tiziana e Thomas che l'hanno trovato a Bologna nella libreria Giannino Stoppani e l'hanno regalato al mio piccolo Francesco.

Questo libro è adattissimo per la messa a letto, o meglio, per una messa a letto alternativa. "Il gioco delle ombre" infatti, offre una storia che non si basa su illustrazioni e testo all'interno del libro, bensì su immagini (ombre) riflesse sul muro della cambretta attraverso una torcia elettrica.
 Come è possibile, vi starete chiedendo... Beh, il genio creativo di Tullet ha creato un libro fatto di sagome che dà la possibilità di raccontare una storia in modo non tradizionale, sfruttando lo stupore e la curiosità dei bambini verso i giochi di luci ed ombre.
Il testo è molto semplice e accompagna il bambino in un'avventura ricca di suspance attraverso un giardino misterioso.
Accompagnare il momento della nanna con questo libro creativo offre un momento di completa condivisione tra adulto e bambino; lo stupore guida dalla prima all'ultima pagina, offrendo divertimento ma anche l'intimità necessaria a questo delicato momento della giornata del bambino.

Consiglio vivamente questo libro anche per quei bimbi che hanno paura del buio. La paura infatti può essere superata se al buio si associa un momento divertente e coinvolgente con la propria mamma o il papà.

Ho intenzione di dedicare qualche pagina del mio blog al grande lavoro di questo autore:
"Nato nel 1958, Tullet ha studiato Arti plastiche e decorative, prima di lavorare per la comunicazione e la pubblicità. Il suo primo libro per bambini risale al 1994, e in breve l’autore è diventato famoso come il “re dei libri prescolari”."
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Età di lettura: dai 3 anni

Alla prossima e fatemi sapere!
fRà


domenica 7 settembre 2014

"Per Sempre"_Per tutti i giocattoli che vengono persi, perché possano essere di nuovo sani e salvi, trovati.


Sono tornata!!!
Mi dispiace avervi trascurato per tutto questo tempo, ma il tempo durante questa piovosa estate è stato davvero poco da dedicare alle recensioni...
Ma ora eccomi qua e segno il mio ritorno con un bellissimo e nuovissimo libro: "Per Sempre" di Salina Yoon. Durante il mio ultimo  viaggio a Padova ho trovato tra gli scaffali della Mondadori questa fantastica novità letteraria che mi ha colpito immediatamente per la semplicità e bellezza delle illustrazioni e per la dolcezza del tema trattato.

La storia parla di un orso che durante una passeggiata trova un coniglietto di pezza per terra. Si preoccupa per lui, lo accudisce e fa di tutto per fargli ritrovare la sua famiglia. 
Durante questo periodo insieme però l'orso si affeziona molto al coniglio e non pensa più di doversi separare da lui fino a che...

Una tenera storia sul distacco e sull'importanza di accudire le cose a cui teniamo.
"Per sempre" insegna ai bambini che a volte fare la cosa giusta non è sempre facile ma porta sicuramente a grandi soddisfazioni. 
Inoltre tratta un argomento molto importante nella sfera emozionale del bambino: la paura del distacco.
"In questa età, il piccolo soffre ancora dell'ansia da separazione e si dimostra angosciato se la madre o comunque una figura materna, lo lascia anche per un breve periodo. Nonostante i desiderio di autonomia, egli e ancora dipendente, ha bisogno di sicurezza e protezione, e desidera intraprendere le sue esplorazioni almeno Con la certezza di poter sempre ricorrere a qualcuno meno indifeso di lui."
Rispettare le paure del bambino, senza derisioni e rimproveri, bensì offrendo il sostegno e la comprensione necessaria, gli daranno l'opportunità di sviluppare la giusta autonomia nel superare questa tipica fase di sviluppo.

Al mio Francesco questo libro è piaciuto molto ed è diventato un best-seller in casa nostra, spero che piaccia altrettanto a voi. 
Fatemi sapere!

A presto (promesso)
fRa'

Età di lettura: dai 2 anni



domenica 3 agosto 2014

Toepfechen-Buch_Impariamo ad usare il vasino



Buona domenica e ben ritrovati!
Dopo un mesetto di pausa "forzata" dagli esami universitari,  ritorno a recensire con un bellissimo e utilissimo libro per i più piccini: "Toepfchen-Buch".
Questo libro mi è stato fatto notare dalla mia amica Tiziana, che l'ha utilizzato con successo con il suo bimbo maggiore Sammy e ora ci sta riprovando con la sua piccola Sara :-)

Di libri che aiutano i bambini in questa delicata fase di crescita ce ne sono molti e più avanti ve ne illustrerò altri. Oggi però mi voglio soffermare su questo perché è un po' più particolare: non racchiude una storia, bensì molte immagine/foto che illustrano il processo di passaggio dall'uso del pannolino al vasino in momenti e situazioni di vita quotidiana.


Si comincia con l'illustrazione del materiale necessario per questo cambiamento ovvero le mutandine e il vasino. L'attenzione è rivolta verso la sensazione di libertà che si prova stando senza pannolino!


Si passa ad insegnare le regole base per una buona igiene personale, ovvero l'utilizzo della carta igienica e il lavaggio della mani. Il libro offre un ottimo spunto per guidare anche i genitori in questo processo, consigliando di adottare un rinforzo positivo ogni qual volta il bambino riesce nell'impresa. Qui viene consigliato di attaccare una stellina sulla maglietta, ma anche stickers o piccoli premi in base agli interessi del bambino possono funzionare. L'importante è non esagerare, né con premi eccessivi né tantomeno con castighi in caso di fallimento: mortificare il bambino in questa fase potrebbe rallentare il processo di apprendimento rischiando di farlo regredire.


L'ultima pagina del libretto esprime la felicità e soddisfazione dei bambini una volta raggiunto l'obiettivo del percorso di "spannolinamento". Si vuole mostrare che una volta tolto il pannolino si può utilizzare il vasino oppure il water degli adulti con l'aiuto del riduttore.

Questo libro mi ha colpito per la semplicità con cui affronta l'argomento, le foto dei bambini inoltre permettono un'immedesimazione maggiore e un coinvolgimento più attivo da parte del piccolo lettore/osservatore, guidandolo verso la scoperta di un nuovo passo verso la sua crescita.

Di seguito vi allego i consigli di una pediatra dal sito http://www.pediatric.it/pannolino.htm

"Per arrivare a controllare da solo le funzioni corporee il piccolo deve aver raggiunto un certo grado di maturazione fisiologica, senza la quale è impossibile educarlo al vasino.
Che cosa significa? Dal punto di vista anatomico bisogna aspettare lo sviluppo di una zona del cervello che corrisponde alla volontà e alla coscienza. E questo non si verifica prima dell’anno.
La maturazione neurologica è fondamentale perché permette un controllo volontario delle contrazioni della vescica. Ma non basta. Ci deve essere anche una maturazione della vescica. Bisogna che il bimbo, libero dal pannolino, si eserciti più volte, prima di riuscire a trattenere la pipì, grazie anche all’impulso del cervello.
I ritmi di questa complessa maturazione non sono uguali per tutti i bambini!
Il vasino dovrà comparire in casa, sotto forma di giocattolo, a partire dai 18 mesi, accanto al water dei genitori.
Sarà importante portare con se il bambino nel bagno, perché l'emulazione e l'osservazione di quello che fanno gli adulti è uno stimolo molto forte e significativo.
Quale segnale bisogna aspettare prima di cominciare a provare? Se dopo il pisolino pomeridiano il bambino si sveglia il più delle volte con il pannolino asciutto, significa che è "pronto".  A questo punto gli si può togliere il pannolino, magari per i primi tempi per 2-3 ore al giorno e gli si fa notare, senza sgridarlo e con molta serenità, quando fa la pipì addosso.Inizialmente deve essere un gioco. Pian piano il bambino capirà che il vasino, che già da qualche mese staziona nel bagno di casa, corrisponde in piccolo al water degli adulti.
Per quanto riguarda il controllo notturno della vescica, invece, generalmente bisogna pazientare ancora un anno dal momento in cui il bambino inizia a riscuotere i primi successi diurni, ma non sempre è così. [...]"

Spero possa esservi utile!

Età di lettura: dai 18 mesi

Alla prossima!
fRa'

venerdì 4 luglio 2014

Cosa fanno i dinosauri quando è ora di mangiare?

Ciao a tutti!
Guardate un po' cosa vi ho portato dalla mia trasferta a Padova? Il mio valletto non era disponibile e così la mia amica Nicole per questa volta lo sostituirà...

Il libro che tiene in mano è "Cosa fanno i dinosauri quando è ora di mangiare?" di Jane Yolen e Mark Teague.
Quante volte i vostri bimbi vi hanno fatto disperare a tavola?
Questo libro sarà un fantastico alleato nell'educazione dei vostri figli, che, divertendosi, potranno identificarsi nei dinosauri protagonisti della storia.
Troverete dinosauri che sputano, ruttano e si fanno guardare da tutti,
rovesciano le cose senza poi rimettere in ordine e,
come se non bastasse, fanno anche il muso brutto.
Riconoscete qualcuno degli atteggiamenti di vostro figlio? Beh, vi consolerà sapere che c'è un "lieto fine", ovvero che in realtà i dinosauri sono bravi a tavola: stanno seduti composti, mangiano senza divorare le cose, non giocano con il cibo e non emettono rumori, nemmeno un ruttino :-)
Il testo e le illustrazioni sono davvero spassosi e coinvolgono completamente i bambini. Le frasi brevi composte da rime rendono scorrevole la lettura e vi garantisco che nel giro di poco vi troverete a recitare a memoria con vostro figlio le battute più divertenti. Parola mia e di Chicco!

Ricordatevi inoltre, che far stare composto a tavola vostro figlio è un'attitudine che si ottiene creando una giusta routine in famiglia, cercando di mangiare spesso tutti insieme e dando noi genitori per primi il buon esempio. E ancora, Secondo la psicomotricista Anne Willie: "Star bene a tavola è anche il frutto del controllo in generale sul corpo, al quale però bisogna abituare il bambino gradualmente. Non basta dirgli che sbaglia, bisogna spiegargli come fare le cose, per esempio come tenere in mano la forchetta, aiutarlo a esercitarsi. Spesso, soprattutto in Italia, si punta sugli aspetti intellettuali della crescita e si tengono in poco conto quelli pratici e l’autonomia. Manca questa parte elementare, ma importante, dell’educazione".

Vi auguro buona lettura cari dinosauri da paura ;-)
fRa'

Età di lettura: da 3 anni




venerdì 27 giugno 2014

Che rabbia!

Buon pomeriggio a tutti!
Continuando il filone dei libri sulle emozioni, vorrei presentarvi il libro di Mireille d'Allancé "Che rabbia!".
Il libro racconta dell'incontro di Roberto con un mostro davvero interessante: la sua rabbia.
"Roberto ha passato una bruttissima giornata". Nella sua camera prova tantissima rabbia dentro di lui, così tanta che non riesce più a trattenerla materializzandola in una "cosa" rossa.
Questa "cosa" senza controllo comincia a buttare per aria tutto quello che trova, rompendo e rovinando cose a cui Roberto tiene molto.
Il piccolo si arrabbia con quel mostro incontenibile sgridandolo e cominciando a sistemare ciò che la "rabbia" ha messo a soqquadro.
Mettendo in ordine, Roberto non si accorge che la rabbia che provava pian piano svanisce e così quando cerca il mostro rosso, vede che è diventato piccolissimo, così piccolo che il bimbo riesce a metterlo in una scatola. Fatto questo, Roberto torna di buon umore e riprende la sua giornata.
Questo libro è indicato per aiutare i bambini che hanno difficoltà nel controllare le proprie emozioni, soprattutto la rabbia. La storia di Roberto fa capire quanto la rabbia sia negativa e di come le cose si possono rovinare se affrontate con questa emozione.

Il fatto che il piccolo protagonista usi una scatola blu per rinchiudere la "cosa", ci dà uno spunto su come far controllare questa emozione ai nostri figli.
Si può prendere una scatola per scarpe e dipingerla di blu e poi  un calzino rosso a cui applicheremo due occhietti. Dopodiché ogni qual volta il nostro bambino avrà un attacco di rabbia prenderemo il piccolo "mostro rosso" e glielo daremo dicendo che, prima che diventi troppo grande e incontrollabile, deve riporre la sua rabbia nella scotola blu. Con il tempo il bambino farà questa operazione dea solo, compiendo un' autoanalisi che lo porterà a controllarsi e a non aver più bisogno della "cosa".

Età di lettura: dai 3 anni

Nei prossimi giorni sarò impegnata con l'università quindi non riuscirò ad essere molto presente con recensioni, quindi colgo l'occasione per invitarvi a condividere, anche sulla pagina Facebook, i vostri libri preferiti e quelli che più vi è piaciuto leggere ai vostri figli, nipoti o alunni.

Vi aspetto!
fRa'


lunedì 23 giugno 2014

Oggi mi sento così

Ciao a tutti!
Ho ricevuto una richiesta sulla pagina Facebook di Libri in Crescita (ne approfitto per invitare a scrivere anche voi qualche post!) riguardante un libro che parlasse delle emozioni e come riconoscerle... Bene, eccone uno davvero valido: "Oggi mi sento così" di Patricia Geis e Sergio Folck.
Il libro rappresenta le emozioni di alcuni bambini attraverso episodi di vita quotidiana come mangiare il gelato, giocare con il papà, un giocattolo rotto, i biscotti preferiti che finiscono ecc.

Di pagina in pagina scopriamo come le emozioni possono cambiare da un momento all'altro e come, mettendosi nei panni degli altri, si possa capire come comportarsi per stare bene.
Come ultima pagina si trova la sagoma di uno dei protagonisti delle pagine precedenti e, utilizzando un pennarello cancellabile, il bambino, da solo o con l'aiuto di un adulto, potrà divertirsi a disegnare le espressioni che caratterizzano le varie emozioni imparate con questo libro.
Altro strumento molto utile e divertente è il gioco che si trova all'interno del libro, una sorta di "ruota delle emozioni" in cui il bambino potrà definire il suo stato d'animo con una freccia riconoscendosi nelle vignette presenti sulla ruota.

Di seguito vi cito quello che in psicologia dello sviluppo viene studiato riguardo le emozioni.
"C’è un sostanziale accordo tra i ricercatori sulle varie fasi della sequenza evolutiva delle
emozioni.
Un primo periodo è caratterizzato dalle emozioni presenti alla nascita, regolate da processi biologici. Il sistema edonico sollecita il sistema gustativo grazie alle sensazioni di piacere, le reazioni di trasalimento proteggono da stimoli troppo intensi, le risposte di interesse o sconforto segnalano le risposte di attenzione o disagio. Tali segnali sono congruenti e facilmente riconoscibili, ma non possono ancora essere considerati forme intenzionali di comunicazione.
Il secondo periodo (2 mesi-1anno) comporta grandi cambiamenti e scoperte, perché il bambino comincia a comunicare le sue intenzioni e ad attuare le prime forme di controllo emozionale.
Compare il
sorriso sociale non selettivo (in risposta alla voce umana, 5-8 settimane; di fronte alle persone familiari, 3° mese) e il sorriso sociale selettivo (specie diretto alla madre, dopo il 3° mese).
A 6-10 settimane si fanno più evidenti le reazioni di sorpresa;
a 3-4 mesi compaiono
tristezza, collera e gioia (emozioni di base);
a 5-7 mesi si aggiungono
paura e circospezione, in conseguenza della maggiore libertà di movimento del bambino;
a 8-9 mesi si evidenzia la
paura dell’estraneo, come indice del rapporto affettivo di cura e protezione instaurato con il caregiver (= la persona che si occupa del bambino)
Il terzo periodo (1-3 anni) vede l’emergere di emozioni complesse, come timidezza, colpa, vergogna, orgoglio e invidia. Sono emozioni apprese, non immediatamente riconoscibili tramite indicatori facciali specifici, che hanno origine da autoriflessione e richiedono una certa consapevolezza di sé. Lewis osserva che il bambino è in grado di raggiungere questa relativa consapevolezza dopo i 18 mesi, arrivando conseguentemente a sperimentare, nell’ordine, imbarazzo, colpa e vergogna.
Le emozioni complesse dipendono dalla cultura, dalle aspettative sociali e dalle norme di comportamento: per poterle comprendere è perciò necessario saper valutare appropriatamente queste componenti." 
Se l'argomento vi interessa potete trovare a questo link maggiori informazioni ;-)  


Età di lettura: dai 2 anni 

Al prossimo libro in crescita!
fRa'


domenica 22 giugno 2014

"Dunkel" e "Che notte!"


Buona domenica a tutti!
Oggi vorrei presentarvi due libri molto interessanti sul tema della paura del buio.
Questa paura è molto frequente nei bambini e si manifesta con "il timore a staccarsi dalla realtà. Bisogna aiutarlo (il bambino n.d.a.), standogli vicino e tranquillizzandolo ma non solo a parole. Il modo migliore per accompagnarlo a superare il suo timore è sedersi sul letto con lui e raccontargli una fiaba. Così, piano piano, il piccolo riuscirà ad accettare la notte che lo spaventa.” Questo è ciò che consiglia lo psicologo, psicoterapeuta e autore di diversi libri per genitori e bambini, Giuseppe Maiolo. 
Di seguito vi segnalo un link dove potrete trovare altre informazioni sulla paura del buio e come aiutare il vostro bambino a superarla.
Ma torniamo ai nostri libri. Abbiamo visto come la lettura di un racconto possa aiutare ad affrontare la paura del buio, ma cosa succede se proprio il protagonista della storia ha la stessa paura del bambino? L'efficacia sarà sicuramente maggiore, in quanto il bambino potrà identificarsi nel protagonista e superare con lui il timore che lo affligge.

Il primo libro che vi presento è "Dunkel" di Lemony Snicket con le illustrazioni di Jon Klassen in lingua tedesca. 

La storia parla di Leo, un bambino che ama giocare in casa. Con lui però vive anche il buio e Leo ne è molto spaventato.
Un giorno il buio va a trovare il bambino invitandolo a scendere nel seminterrato. Leo inizialmente esita ma poi decide di seguirlo e cosa scopre? Che in realtà più impara a conoscere il buio e più capisce che non fa paura, anzi gli regala anche una lampadina.
Il tempo passa e "Das Dunkel wohnte weiterhin mit Leo zusammen, aber es hat ihm nie mehr su schaffen gemacht." (Il buio ha continuato a vivere con Leo, ma non gli ha fatto più niente)

Il secondo libro invece, in lingua italiana, si intitola "Che notte!" di Catherine Metzmeyer con le illustrazioni di Claude K. Dubois.
La storia parla in modo divertente di Carolina e la sua avventura per andare in bagno durante la notte "proprio come i grandi".
Nel tragitto dalla cambretta al bagno a Carolina sembra di incontrare serpenti, draghi, bestie pelose e rane.
Ma con l'aiuto della torcia che le ha regalato il papà scoprirà che in realtà questi mostri non sono altro che oggetti di casa sparsi sul pavimento.
Carolina arriva finalmente in bagno, ma la sua immaginazione non si ferma e le fa credere che ci sia qualcuno che la insegue, perfino nel suo lettino.
Carolina chiama la mamma e quando si accende la luce si scopre che...
...era finita per sbaglio nel lettone di mamma e papà!

Età di lettura: "Dunkel" dai 4 anni e "Che notte!" dai 3 anni

Buona lettura!
fRa'




venerdì 20 giugno 2014

Il ciuccio di Nina


Buon pomeriggio a tutti!
Nell'attesa di assistere alla 2° partita degli azzurri di questi Mondiali di calcio 2014, vi voglio presentare un libro che si rivelerà un ottimo amico per quei genitori che non sanno come togliere il ciuccio al loro bambino.
Il libro in questione è "Il ciuccio di Nina" di Christine Naumann-Villemine con le illustrazioni di Marianne Barcilon.
Nina è una bambina che non si separa mai dal suo ciuccio, la sua mamma prova in tutti i modi a convincerla a separarsene ma niente, Nina vuole tenere il suo ciuccio per sempre! Anche nelle immersioni e perfino al suo matrimonio.
Un giorno però, mentre Nina va a passeggio nel bosco, spunta un lupo che vuole spaventare la nostra piccola amica.
Il lupo si innervosisce nel vedere che la bambina non prova la minima paura e così le ringhia addosso con grande potenza.
Il risultato?
Il lupo si ritrova il ciuccio di Nina in bocca e si calma istantaneamente.
La piccola Nina torna a casa soddisfatta, in fin dei conti ha dato il suo ciuccio a chi ne aveva più bisogno.

Togliere il ciuccio è una fase molto delicata nella crescita dei bambini, la pedagogista Erika Panzacchi in un articolo dice: «L’istinto della suzione è un riflesso innato che ha anche il potere di rassicurare il bambino. Il primo consiglio è di non fare sparire il ciuccio all’improvviso perché questo potrebbe causare un profondo disagio, angoscia e disturbi del sonno. Il distacco deve essere graduale e non va iniziato in fasi delicate della vita del bambino, come l’inserimento al nido, l’arrivo di un fratellino o se vi sono problemi tra i genitori. E’ importante mostrare al bambino dove teniamo il ciuccio e quindi fare in modo che sia lui stesso a riporlo quando non ne sente il bisogno. E’ utile limitarne l’uso solo in alcuni momenti della giornata, per la nanna o per consolarlo in caso di pianto disperato. Quando il bambino lo cerca possiamo distrarlo, magari proponendogli un gioco o la lettura di un libro, spiegandogli che in quel momento non è necessario. Via, via lo cercherà con meno insistenza, fino a quando potremo proporgli di regalarlo, ad esempio a un amichetto più piccolo, spiegandogli che lui è già diventato “grande” e non ne ha più bisogno. Se il bambino frequenta il nido, non dimentichiamoci di parlarne con le dade, così da concordare una strategia comune. Al nido infatti il ciuccio rappresenta molto spesso un pezzo di casa e di mamma da tenere sempre con sé per sentirsi sicuro».
L'amichetto di cui parla la pedagogista nell'articolo potrebbe essere un peluche o una marionetta a forma di lupo, così da riproporre al bambino la storia di Nina facendo in modo che il ciuccio venga regalato al pupazzo. Quando al bambino tornerà la voglia di avere il ciuccio potrà vedere il lupo con il suo prezioso tesoro in bocca e ricorderà che è lui ad averne più bisogno.

Vi lascio provare e... fatemi sapere com'è andata ;-)
fRa'

Età di lettura: dai 2 anni



mercoledì 18 giugno 2014

Elmer, l'elefante variopinto

Buonasera!
Vorrei continuare a parlare dello sviluppo dell'identità nella prima infanzia presentandovi un classico della narrativa per bambini: "Elmer, l'elefante variopinto" di David McKee.

"C'era una volta un branco di elefanti.
Elefanti giovani, vecchi, alti, grassi o magri.
Elefanti come questo, quello o quell'altro,
tutti differenti e felici e dello stesso colore.
Tutti all'infuori di Elmer."

Così ha inizio la storia dell'elefantino Elmer e della sua avventura. Elmer è diverso dagli altri elefanti perché è multicolore. Non solo, è divertente, vivace e scherza con tutti.

Un giorno però, ad Elmer vengono pensieri strani. Era stanco di essere diverso e così, mentre tutti ancora dormivano decide di trovare il modo di diventare anche lui color elefante.
Trova delle bacche grigie e, schiacciandole, copre tutti i suoi bellissimi colori soddisfando il suo desiderio.
Tornato al branco si rende conto che nessuno lo riconosceva. All'inizio questo gli piace ma dopo un po' comincia ad annoiarsi: nessuno fa qualcosa di divertente la giornata trascorre lentamente.
Elmer non riesce a resistere e così "BUUUUUUM!" fa prendere un grande spavento a tutti facendoli ridere a crepapelle.
Subito dopo comincia a piovere e così la tintura che camuffava Elmer se ne va svelando l'arcano. Gli elefanti sono felici, Elmer era mancato a tutti quel giorno e così decidono di festeggiarlo dedicando a lui un giorno dell'anno, chiamato il giorno di Elmer, dove l'intero branco si colorerà come lui mentre Elmer potrà tingersi di color elefante.

Questo racconto ha un messaggio tra le righe molto importante: essere diverso dagli altri non è un difetto, anzi è una ricchezza. Con questo coloratissimo libro potrete insegnare ai vostri bimbi che ogni persona è speciale in quanto unica e che non bisogna cercare di essere diversi da quello che si è mantenendo, invece, la propria unicità.

Le avventure di Elmer sono davvero tante e vengono spesso utilizzate nei nidi, nelle scuole d'infanzia e primarie come soggetto di progetti pedagogici.
Nella mia piccola ricerca su questo piccolo elefante ho trovato anche un link su youtube dove si può ascoltare una bellissima canzone che racconta la storia di Elmer e i suoi amici


Età di lettura: ovunque viene scritto 5 anni, io ritengo che si possa leggere anche a bambini dai 3 anni

Buon divertimento!
fRa'



martedì 17 giugno 2014

Il lupo che voleva cambiare colore

"C'era una volta un enorme lupo nero
che non amava il proprio colore."

Con la forma più classica di introduzione, comincia il nostro libro in crescita che voglio presentarvi oggi: "Il lupo che voleva cambiare colore" di Orianne Lallemand e  Eléonore Thuillier.

Questa è la storia che descrive il processo di sviluppo di identità di un lupacchiotto nero che decide di cambiare colore perché non riesce a vedersi nero.

Il lupo cerca di cambiare colore cammuffandosi con quello che gli capita sottomano, ma ogni suo tentativo si risolve in un disastro.
Dopo diverse prove, il lupo capisce che il colore giusto per lui è il nero perché "alla fin fine, io sono un lupo!"
Come "Pezzettino" di Leo Lionni, anche questo libro aiuta i genitori nello stimolo dello sviluppo dell'identità dei propri bambini. Abbiamo già visto come la fase di ricerca di sé stessi a volte sia complicata e ricca di insidie, avere quindi il valido aiuto di un racconto semplice ma concreto come quello qui esposto è sicuramente un buon modo per affrontare insieme questa delicata fase di crescita.
Il fatto che il lupo cambi spesso colore, fa sì che i bimbi che osservano e ascoltano questo libro abbiano modo di imparare a riconoscere i colori, competenza molto utile ed importante nello sviluppo cognitivo.
Inoltre i tentativi del lupo di cambiare colore sono divisi giornalmente e quindi questa storia insegna in modo semplice e divertente anche lo scorrere del tempo attraverso i giorni della settimana.

"Il lupo che voleva cambiare colore" è uno dei libri preferiti della piccola Isabel, la bellissima bambina della mia cara amica Sara. Spero piacerà anche a voi!
Buona lettura e fatemi sapere che ne pensate ;-)
fRa'

Età di lettura: dai 2 anni

lunedì 16 giugno 2014

"Aiuto, arriva il lupo!" e "Ecco un uovo"

Buon pomeriggio a tutti!
Oggi vi voglio presentare due libri con gli stessi autori.
Sto parlando di "Ecco un uovo" e "Aiuto, arriva il lupo!" di Ramadier e Bourgerau.
 A Francesco sono piaciuti molto e devo dire che ci siamo divertiti tantissimo a leggerli, anche con papà Matteo
Di cosa parlano? Ora ve lo dico!
"Aiuto, arriva il lupo!" è un libro che si può definire interattivo, ma non un "interattivo" in senso digitale e tecnologico. Interattivo in quanto prevede la partecipazione attiva del lettore, o dell'ascoltatore ;-). 
Il concetto è quello di cercare di allontanare il lupo che si avvicina con fare minaccioso.

Il bambino potrà divertirsi nel cercare di far cadere il lupo, ma capirà presto che il tipaccio è un osso davvero duro.
"Ecco un uovo" invece, spiega come da un uovo deriva la gallina e che la stessa poi porta ad un uovo.
La spiegazione avviene aggiungendo pagina dopo pagina elementi figurativi all'uovo iniziale: ali, collo, becco...
 Il tutto avviene in modo divertente aggiungendo a volte elementi non corretti e che rendono ridicolo il povero ovatto.

Libri di questo tipo stimolano la fantasia dei bambini, fanno prendere coscienza delle loro emozioni e li aiutano a rimanere concentrati sulla storia. Come già illustrato precedentemente la concentrazione è molto importante, è il segreto per far ogni cosa presto e bene ed è l'andare dritti verso l'obiettivo senza perdersi per strada.
E' molto importante quindi aiutare il bambino ad "allenare" questa competenza e perché non farlo con libri divertenti e stimolanti?
I due libri in crescita presentati oggi sono sicuramente un valido aiuto ;-)

Alla prossima!
fRa'

Età di lettura: dai 2 anni